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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 10:01 am 
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di seguito le considerazioni dell'AAVS sulla questione, considerazioni a mio avviso condivisibili da chiunque si voglia definire "appassionato" indipendentemente da discorsi di "campanile" a favore di questo o di quel modello di auto



PER IL PRESIDENTE ASI LA PASSIONE DEI SOCI VALE € 150,00

Com’è ormai noto a tutti gli appassionati, il Disegno di Legge di Stabilità per il 2015 (ex Finanziaria) prevede, agli artt. 30 e 44, l’abrogazione dei comma 2 e 3 dell’art. 63 della Legge 342/2000.

Mentre il comma 1 di questa legge prevede la possibilità del pagamento delle tasse automobilistiche in misura ridotta per tutti i veicoli (esclusi quelli adibiti ad uso professionale) al raggiungimento del trentesimo anno dalla data di costruzione, i successivi comma 2 e 3 (abrogati nella Legge di Stabilità 2015) estendono questo beneficio anche ai veicoli di particolare interesse storico a partire dal ventesimo anno.

Nell’art- 63 sono esemplificate le caratteristiche richieste ad un veicolo per poter essere considerato di particolare interesse storico.

L’individuazione di tali veicoli è demandata alla determinazione dell’ASI e, per i motoveicoli anche della FMI. Tale determinazione, prevede la Legge, va aggiornata annualmente.

La FMI pubblica ogni anno l’elenco dei motocicli ultra ventennali che ritiene di particolare interesse storico mentre l’ASI ha sempre sostituito l’elenco previsto con una lettera indirizzata annualmente al Ministero delle Finanze ed alle Regioni in cui si afferma che: “…sono da ritenersi veicoli di particolare interesse storico e collezionistico….siano iscritti nei propri Registri ASI ai fini fiscali e venga loro rilasciato l’Attestato di Datazione e Storicità (ad probationem)”.

Questo implicito rifiuto di pubblicare una lista, nonostante i richiami contenuti nella Circolare Prot. 2001/81335 del 1 giugno 2001 dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, ha fatto sì che quanti desideravano beneficiare del pagamento delle tasse in misura ridotta si sentissero obbligati ad iscriversi all’ASI. Da ciò l’anomalo incremento dei soci, passati, nel corso di valenza dell’Art. 63, da poche migliaia ad oltre 200.000.

Con questa azione l’ASI si è trasformato da ente culturale preposto alla conservazione del patrimonio motoristico, qual è stato fino al 2000, in un vero e proprio Sindacato Proprietari Veicoli Usati (SPVU).

E’ ovvio che, in previsione di un drastico ridimensionamento del numero dei propri soci (e conseguente assottigliarsi dei propri bilanci), l’ASI cerchi di correre ai ripari.

E’ di questi giorni l’invio ai presidenti di tutti i club federati di un appello ad avvicinare tutti i parlamentari conosciuti per cercare di scongiurare l’abrogazione dei due comma dell’Art. 63.

Questo appello è accompagnato da una serie di considerazioni che dovrebbero servire da supporto all’opera di convincimento.

Se si leggono con attenzione queste “Note” si rimane sconfortati: tutti i ragionamenti, alcuni almeno in parte condivisibili, portano ad una sola conclusione, contenuta nell’ultimo capoverso: “Avevamo una Federazione apprezzata nel mondo e all’improvviso, sostanzialmente viene azzerata….”

Vale però la pena di fare alcune considerazioni: dal 2000 ad oggi tutta la politica dell’ASI è stata improntata ad un unico fine: aumentare il numero dei soci (e quindi degli introiti).

Non si è tenuto volutamente conto del fatto che la FIVA, di cui l’ASI è il rappresentante ufficiale in Italia, ha da tempo fissato l’età minima dei veicoli a 30 anni, che l’Italia è l’unico Paese in Europa che ha il limite a 20 anni, che lo stesso limite di 30 anni è quello previsto nel comma 1 dell’art. 63.

E’ per questo motivo che i numerosi provvedimenti presentati al Parlamento che proponevano di elevare il limite a 30 anni ma con una clausola che consentiva l’”invecchiamento” di un numero limitato di veicoli ventennali, sono stati tutti boicottati e fatti finire su un binario morto.

Riteniamo che l’aver insistito sul limite d’età di 20 anni sia stato un grave errore di cui l’ASI si è forse già pentito: ha gonfiato l’ente con un elevato numero di cosiddetti “soci” il cui unico interesse per i veicoli storici consisteva nel risparmio di € 150,00 (in questa misura l’ASI ha quantificato il costo “medio” del bollo).

Questi “soci” sono pronti a svanire come neve al sole non appena il vantaggio conseguito viene meno e il castello, come tutte le costruzioni basate sull’argilla, al primo scossone, scricchiola e corre il rischio di afflosciarsi.



Associazione Amatori Veicoli Storici A.A.V.S.

articolo tratto dal sito AAVS Associazione Amatori Veicoli Storici


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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 10:07 am 
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E’ ovvio che, in previsione di un drastico ridimensionamento del numero dei propri soci (e conseguente assottigliarsi dei propri bilanci), l’ASI cerchi di correre ai ripari.

E’ di questi giorni l’invio ai presidenti di tutti i club federati di un appello ad avvicinare tutti i parlamentari conosciuti per cercare di scongiurare l’abrogazione dei due comma dell’Art. 63.


.....Ed a mio modestissimo parere questo passaggio la dice lunga, ma molto lunga su come il movimento del motorismo storico sia stato inteso e gestito nell'ultimo decennio....... :roll:


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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 10:13 am 
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Homer64 ha scritto:
E’ ovvio che, in previsione di un drastico ridimensionamento del numero dei propri soci (e conseguente assottigliarsi dei propri bilanci), l’ASI cerchi di correre ai ripari.

E’ di questi giorni l’invio ai presidenti di tutti i club federati di un appello ad avvicinare tutti i parlamentari conosciuti per cercare di scongiurare l’abrogazione dei due comma dell’Art. 63.


.....Ed a mio modestissimo parere questo passaggio la dice lunga, ma molto lunga su come il movimento del motorismo storico sia stato inteso e gestito nell'ultimo decennio....... :roll:

Pienamente concorde.


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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 12:00 pm 
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Oggi ho letto che il presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha affermato che in Italia le auto dichiarate storiche sono 4 milioni ma quelle che avrebbero effettivamente i requisiti sono solo 800 mila.
Mi sa che questo è il risultato cui vuole arrivare ACI Storico. Eliminare ASI e le false storiche.
Se però venisse accettata la famosa lista chiusa tutto ciò avrebbe un senso, diversamente temo che diventerà concreto il rischio di perdere un patrimonio di veicoli che sicuramente meritano di essere preservati.
Ricordo quando ho visto rottamare Maserati Biturbo, Audi Quattro e via dicendo per usufruire degli incentivi alla rottamazione. Mi piangeva il cuore vedere auto perfette destinate allo sfascio solo perchè erano costose da mantenere e nessuno le voleva acquistare.


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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 12:13 pm 
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Per me la soluzione potrebbe essere un bollo ridotto del 50% dai 20 ai 30 anni


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MessaggioInviato: mar ott 21, 2014 2:41 pm 
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https://www.blogdimotori.it/bollo-per-a ... -1918.html
La risposta dell'asi


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MessaggioInviato: gio ott 23, 2014 11:54 pm 
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I pro e i contro della legge di stabilità secondo l'ASI

Bollo Auto, ASI critica la legge di stabilità. Ci prepariamo ad un’altro clamoroso buco nell’acqua dopo l’iniquo e stolto superbollo? La Legge di Stabilità 2015 propone infatti che l’esenzione dal bollo auto sia valida per le auto con più di 30 anni e non più di 20 come è oggi. Quindi, teoricamente, con i modelli antecedenti al 1985 e non al 1995 come sarebbe dal prossimo anno.

A nostro avviso sarebbe un colpo tremendo inferto al valore collezionistico di modelli di quel decennio (1985-1995 appunto) che andrebbero nell’oblio, ovvero alla demolizione, perché “sostenerli” per 10 anni col bollo - che invece ora non pagherebbero – sarebbe un esborso troppo alto per i proprietari, che già pagano costi di manutenzione, provocando introiti e giro di affari. Inoltre rappresenterebbe un danno enorme per il mercato dell’usato. Ovvero crollo del valore di auto dai 20 anni in su e soprattutto enorme difficoltà dei venditori e dei saloni dell’usato nel piazzare modelli che fino ad oggi sono stati esentati dal bollo, ma che dal 2015 non avranno più interesse per eventuali clienti. Nonché tutto l’indotto di carrozzieri, meccanici, elettrauto per la manutenzione dei modelli.

Queste sono alcune semplici deduzioni, ma A.S.I. – Automotoclub storico italiano, fa i conti a questa potenziale scelta suicida.
Bollo Auto, ASI critica la legge di stabilità – i contenuti

Riportiamo le considerazioni del presidente Roberto Loi.

Il provvedimento legislativo contenuto nella Legge di Stabilità 2015 all’art. 44, c.28 e art. 30, c.17, abroga i commi 2 e 3 dell’art. 63 Legge 342/2000, che esentavano dal pagamento del bollo automobilistico le auto con meno di 30 anni considerate di “particolare interesse storico e collezionistico”. L’A.S.I. – Automotoclub storico italiano – che attualmente vanta oltre 220.000 soci in tutta Italia e oggi, grazie anche ai 300 Club, rappresenta istituzionalmente il motorismo storico italiano presso tutti gli organismi nazionali ed internazionali, illustra, in una nota ufficiale, i punti chiave del decreto, sottolineandone i pro e i contro:

1. Il parco veicolare rappresentato dai veicoli di particolare interesse storico esentato dal pagamento della tassa di proprietà o obbligato al pagamento ridotto, nei 13 anni dall’entrata in vigore del provvedimento di esonero è costituito (al 31 dicembre 2013), da 501.000 veicoli e non già da altre entità apparse o comunicate erroneamente su mezzi di comunicazione disinformati.

2. Di questi, un 15% è stato demolito, poiché non meritevole di conservazione, ed un altro 10% esentato poiché nel frattempo ha raggiunto i 30 anni e come tale meritevole del beneficio anche se non storico.

3. Ne consegue che i veicoli esentati, in seguito a provvedimento ASI, al 31 dicembre 2013, risultano essere circa 375.000 (501.000-25% = 375.000).

4. L’importo corrispondente alle tasse non percepite dall’erario, per tale esenzione o riduzione, è pari a circa € 56.250.000 (375.000×150,00). Il tributo medio non percepito è stato ritenuto equo calcolarlo in 150,00 € annui poiché la potenza media dei veicoli esentati non supera i 70 CV. Ma se tale provvedimento abrogativo dovesse divenire definitivo, l’erario non percepirebbe tale somma, poiché pochi dei 375.000 veicoli beneficianti di tale esenzione-riduzione, resterebbe in vita o in circolazione in Italia, con conseguente forte riduzione del gettito fiscale previsto. Possiamo, con serenità, sostenere che neanche 50.000 veicoli di interesse storico collezionistico pagherebbero le tasse ordinarie cui sarebbero tenuti per il provvedimento abrogativo. E ciò determinerebbe un’entrata presumibile per lo Stato di circa € 7.500.000 (50.000×150,00).

A questo punto verrebbe da dire : “Tanto rumore per nulla”.

Senonchè bisogna prendere ora in considerazione i risvolti che tale provvedimento determinerebbe sul piano economico generale per il settore legato ai veicoli storici.

E cioè :

In particolare la perdita di circa 300/325.000 veicoli d’interesse storico-collezionistico significherebbe un mancato esborso per le spese di manutenzione di detti veicoli, che, (applicando i coefficienti utilizzati dallo Stato in materia fiscale), darebbe un risultato di € 4.875.000.000 (325.000 veicoli per un costo annuale di manutenzione medio unitario di € 15.000 come previsto dallo Stato). Se invece vogliamo essere più realisti, valutiamo il costo di manutenzione annuale medio in € 2.000, arrivando così ad un importo complessivo da mancata attività economica pari a € 650.000.000. Tale perdita colpirebbe piccoli riparatori, carrozzieri, distributori di benzina, ricambisti, settori già particolarmente colpiti per la diminuzione di lavoro.

A questa perdita si aggiungerebbe quella turistica pari a circa € 12.500.000 annui che nasce da una media di 2.500 raduni per un costo unitario medio di € 5.000.

E’ chiaro che a queste si aggiungono quelle della perdita di posti di lavoro nella segreteria ASI e nei Club federati che sono 270.

Nel settore dei veicoli storici sono applicate tariffe assicurative agevolate, stante il Kilometraggio ridotto e il ridotto rischio, legato all’uso attento del veicolo. L’applicazione delle tariffe piene ai veicoli ultraventennali, determinerebbe l’antieconomicità di tali contratti e pertanto anche la demolizione dei veicoli stessi oppure l’incremento del numero dei veicoli non assicurati.

In molti altri casi il nostro Governo ha assunto decisioni populistiche contro auto sportive, di lusso, di grande cilindrata o altri beni, quali barche o aeromobili, con il solo risultato di ridurre l’attività economica del privato, senza incrementare le entrate per l’erario. Sembra ancora una volta che gli errori del passato, in Italia, non insegnino nulla per il presente o per il futuro. Mai come oggi, quotidianamente, sentiamo parlare di calo dell’economia, dell’occupazione e della necessità di introdurre provvedimenti per ovviare a tali negatività, in concreto poi i provvedimenti adottati vanno contro corrente e determinano ulteriori danni.

Nel 2013/2014 l’ ASI aveva finanziato un corso di restauro con un esborso di € 100.000, consentendo una specializzazione per giovani desiderosi di intraprendere tale attività. La stessa iniziativa è stata deliberata per il 2014-2015. Purtroppo se la normativa abrogativa sarà approvata l’iniziativa non avrà più ragione di essere e sarà abbandonata.

Negli anni passati ASI aveva versato contributi all’Università dell’Aquila ed al comune di Crevacuore rispettivamente di € 208.000 e 150.000 per contribuire alla loro ricostruzione, così come aveva stipulato una convenzione della durata di 5 anni e un esborso di € 150.000 con il Politecnico di Torino. Anche queste iniziative non si potranno rispettare.

Lo Stato perderà inoltre le entrate derivanti dalle revisioni biennali di circa 300.000 veicoli, pari a € 9.000.000 (18.000.000 : 2 anni) annui.

Non si può infine dimenticare che il veicolo storico è stato beneficiato dal Legislatore perché il pregio culturale superava la perdita per l’erario e tale particolare, giusta, considerazione, ha favorito la sua crescita numerica e la sua crescita patrimoniale che ora di punto in bianco viene annullata senza contropartita. Con un’ulteriore perdita non facilmente valutabile, di oltre 1,5 miliardi di Euro dovuta alla svalutazione degli stessi, alla loro rottamazione o/e alla loro svendita all’estero.

Avevamo una Federazione apprezzata nel mondo e all’improvviso, sostanzialmente, viene azzerata per pochi ipotetici milioni di euro, contro una perdita miliardaria.

Concludendo, si riassumono le conseguenze economiche dei provvedimenti annotati:
A favore dell’erario:

Entrate per tasse automobilistiche veicoli di interesse storico collezionistico da 20 a 30 anni + €7.500.000.
Perdite economiche-patrimoniali A danno dei cittadini:

A. Per mancate spese per Manutenzione veicoli (artigiani e vari operatori)

Minimo € 650.000.000

Massimo € 4.875.000.000

B. Mancata Effettuazione eventi

€ 12.500.000

C. Demolizione veicoli o vendita all’estero sottocosto (300.000)

D. Perdita posti lavori in ASl e Club federati

E. Mancate Revisioni

€ 9.000.000

Perdite totale minimo di € 2.171.500.000

Perdite totale massimo di € 5.746.500.000


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MessaggioInviato: mer ott 29, 2014 10:22 pm 
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Ultime news: GIORGIO NAPOLITANO FIRMA IL DDL SULLE STORICHE. ORA LA QUESTIONE PASSA AL PARLAMENTO.

Il Disegno di Legge di Stabilità con la parte relativa all’aumento dell’età minima per definire storica un’auto o una moto è stato firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nelle scorse settimane, come è noto, la notizia aveva allarmato (e non poco) i proprietari delle auto costruite tra il 1984 e il 1994.

Ora tocca a Camera e Senato.
Ma per ora non è il caso di farsi prendere dal panico. Infatti ora ‘il boccino’ passa al Parlamento, con un doppio o addirittura triplo passaggio tra la Camera (la prima a esaminare il testo) e il Senato. Per avere il via libera, lo stesso testo deve essere approvato da entrambi i rami (in caso di modifica, occorre un ulteriore passaggio all’altro ramo del Parlamento). La pubblicazione del provvedimento dovrà figurare nella Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre 2014, se si vorrà evitare l’esercizio provvisorio del bilancio dello Stato.
Come spesso accade, è possibile che a fronte di centinaia, se non migliaia di emendamenti, i due rami del Parlamento non si mettano d’accordo su un testo condiviso, e il Governo ponga la fiducia su un unico maxiemendamento che recepisce solo alcune richieste di modifica. Ed è probabile che lo faccia su un testo che non si discosti molto dalla proposta originaria dell’Esecutivo. In altre parole, firmato il ddl dal Presidente Napolitano, ci sarà il classico “assalto alla diligenza” con valanghe di emendamenti proposti sia dai due rami del parlamento sia dalle diverse commissioni chiamate a esprimersi sulla materia del contendere. Il Governo potrà decidere di fermare in qualsiasi momento la “discussione”, decidendo di accoglierne alcuni e di rigettarne altri. E sottoponendo il testo al voto di fiducia.

Il punto è vedere quale testo riesca ad esprimere la sintesi da un lato di chi l’ha proposto e dall’altro di chi lo vorrebbe magari stravolto. Ed è proprio in questa delicata fase di “stesura condivisa” che entrano in gioco le diverse anime, che dovranno trovare supporter in parlamento; nel caso in questione, Aci e Asi (ma anche Regioni), che al momento appaiono molto distanti nelle loro valutazioni della proposta governativa.

Intanto, come abbiamo già riferito in un altro post, nel testo sottoposto a Giorgio Napolitano non c’è traccia (per ora) né dei cosiddetti controlli delle assicurazioni auto (RCA) in automatico né della tanto agognata riforma del Pubblico Registro Automobilistico, una ‘cancellazione’ tentata più volte da vari capi del Governo ma sempre senza successo.

C’è anche chi ipotizza che la legge possa avere un effetto retroattivo. In termini giuridici sarebbe un abominio: vi immaginate le reazioni dei proprietari di auto storiche tra 20 e 30 anni di vita? In molti casi – più di quanto si possa immaginare – tutto si risolverebbe con una rottamazione piuttosto che dover pagare anni di bolli arretrati. Quello che invece è certo è che il bollo “pieno” tornerebbe di fatto a essere una tassa sul possesso di un’auto storica (come avviene per le automobili moderne) e non più sulla circolazione, come prevedono le attuali tariffe agevolate esistenti a livello regionale.

[fonti: contagiriblog.com - quirinale.it]


Ne approfitto per segnalare alcune petizioni on line in cui tutti possono firmare contro questo emendamento, sarà dura contrastarlo ma una firma ci costa nulla:
http://www.elaborare.com/77041-petizion ... 0-30-anni/
http://firmiamo.it/salviamo-le-nostre-auto-storiche


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MessaggioInviato: mer ott 29, 2014 10:43 pm 
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Io ci dico come secondo me andrà a finire e poi vediamo se ho sbagliato di molto.

Tutta la manovra è fatta per dare un taglio alla ASI in favore di ACI storico, che ha già preparato una sua lista chiusa e che verrà usata per decidere chi merita l'esenzione o meno nelle prossime modifiche che verranno fatte alla legge.

Ho dato una guardata alla lista ma mancano sia la Fiat Coupé che la Barchetta, spero sia una svista dato che è presente la Punto GT!


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Lorenzo77 ha scritto:
Io ci dico come secondo me andrà a finire e poi vediamo se ho sbagliato di molto.

Tutta la manovra è fatta per dare un taglio alla ASI in favore di ACI storico, che ha già preparato una sua lista chiusa e che verrà usata per decidere chi merita l'esenzione o meno nelle prossime modifiche che verranno fatte alla legge.

Ho dato una guardata alla lista ma mancano sia la Fiat Coupé che la Barchetta, spero sia una svista dato che è presente la Punto GT!

La lista per me è l'unica soluzione ma certo va ricontrollata ed aggiornata; ad esempio mancano anche le Puma e l' Opel GT.


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MessaggioInviato: lun nov 03, 2014 12:10 pm 
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AGGIORNAMENTO E CONSIDERAZIONI SUL TEMA TRATTI DAL SITO AAVS :

Forse non tutti sanno che la Legge 342/2000, il cui Art. 63 è stato per oltre un decennio “croce e delizia” dei proprietari di veicoli datati, altro non è che la “Finanziaria” del 2000.

L’Art. 63 di questa legge è stato scritto male ed interpretato peggio.

Se il Legislatore si fosse fermato al comma 1., lo Stato Italiano si sarebbe uniformato a quanto avviene in parecchi stati Europei, segnatamente in Francia e Inghilterra. Avrebbe cioè concesso a chi ha pagato le tasse automobilistiche per 30 anni, di poter continuare a pagarle in misura ridotta, ritenendo che avesse contribuito a sufficienza.

Si sarebbe trattato di una norma meramente finanziaria, senza “contaminazioni” di alcun genere.

Purtroppo però, forse su sollecitazione non disinteressata, ha esteso l’agevolazione, con i successivi comma 2. e 3. ai veicoli “di particolare interesse storico”.

Bisogna intanto premettere che una siffatta definizione non compare in nessun altro provvedimento legislativo italiano, e quindi è stata coniata appositamente per questo provvedimento che, lo ripetiamo, è atto finanziario fine a sé stesso mentre tutto quanto riguarda i veicoli, la loro classificazione e la loro circolazione è regolato dal Codice della Strada.

Si tratta quindi di due aspetti che non andavano mescolati in alcun modo.

Nonostante questa impropria commistione tra benefici fiscali e classificazione dei veicoli destinatari, il Legislatore ha tuttavia elencato in maniera abbastanza chiara quali tipologie di veicoli di età tra 20 e 29 anni ne avrebbero potuto usufruire, identificando anche gli enti (privati) che avrebbero dovuto “determinare” i singoli veicoli, distinti per marca e modello.

E passiamo ora alla “interpretazione” dello spirito dell’Art. 63: da una parte la FMI ha pubblicato annualmente l’elenco dei veicoli da essa ritenuti “di particolare interesse storico” elenco che però contiene, salvo sporadiche eccezioni, la quasi totalità dei motocicli prodotti; dall’altra parte l’ASI che, con motivazioni discutibili, ha sempre rifiutato di pubblicare l’elenco richiesto, limitandosi a rinnovare annualmente una “determinazione” da cui risulta che tutti i veicoli iscritti nei propri registri sono da considerarsi “di particolare interesse storico”.

Questo atteggiamento ha portato ad una indiscriminata corsa all’iscrizione di veicoli di cui qualcuno ci dovrebbe spiegare in cosa consiste il particolare interesse storico.

La prima stesura della Legge di Stabilità 2015 (finanziaria) in cui venivano semplicemente abrogati i comma 2. e 3. dell’Art. 63 ha sollevato, soprattutto in rete, una accesa serie di proteste tra i cui obiettivi principali, oltre naturalmente al Governo, figurano in prima linea l’ASI e i così detti “furbetti”, cioè i proprietari di veicoli appena ventennali e di uso quotidiano.

Non riteniamo giustificato questo appellativo nei confronti di persone, normalmente di reddito limitato, che non hanno fatto altro che avvalersi di un provvedimento legislativo che permetteva loro di legittimamente risparmiare sulle spese di gestione di un veicolo semplicemente datato e privo di ogni interesse collezionistico.

Secondo noi i veri “furbetti” vanno identificati in chi ha sfruttato questo legittimo desiderio di risparmio per rimpinguare le proprie casse.

In questi giorni è stata pubblicata una seconda stesura della legge di Stabilità 2015 in cui, dopo un’attenta opera di revisione da parte del presidente della Commissione Bilancio della Camera, è stato rivisto anche l’Art. 44, togliendo ogni riferimento alla storicità dei veicoli e all’intervento di ASI e FMI.

La vicenda naturalmente non finisce qui perché c’è tempo fino al 9 novembre per presentare degli emendamenti e si sa che, in Italia, fino al momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, tutto può cambiare.

Come spesso avviene, si è passati dal lassismo più generalizzato (Art. 63 L. 342/2000) al più drastico dei tagli, senza tenere in considerazione le dannose conseguenza di una radicalizzazione.

In effetti il problema dei veicoli tra 20 e 29 anni sussiste e va affrontato.

A.A.V.S. si è posta da tempo questo problema e, nelle proposte di Disegni di Legge da noi studiati e fatti presentare nel corso delle precedenti Legislature, avevamo individuato una possibile soluzione, ipotizzando per i veicoli compresi nella fascia 20-29 anni e meritevoli di conservazione, la trasformazione della tassa di possesso in tassa di circolazione con rateazione in 4 trimestri, in modo che l’appassionato non sia costretto a rinunciare al suo veicolo in maniera definitiva ma possa pagare soltanto per i periodi dell’anno in cui intende utilizzare il suo veicolo


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A quanto pare vogliono introdurre la revisione annuale per le auto con più di dieci anni.
Poi introdurranno il super bollo per le ultradecennali e via dicendo inventando altri balzelli e limiti alla circolazione. Chiari esempi a Milano già ci sono. Soprattutto per i diesel.
A questo punto mi sembra una vessazione per far vendere auto nuove.
Una vera pistola puntata alla tempia.
Altro che ventennali...
Che schifo!!! :evil: :evil: :evil:


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L'Italia è una Repubblica fondata sull'automobile.
E' in atto un'offensiva di inasprimento fiscale senza precedenti a danno dei proprietari di automobile : bollo/superbollo e relativi aumenti, revisioni con multa "automatica" in caso di ritardo (anche se non si circola) nell'effettuarla, ztl e aree C varie a pagamento, gomme termiche e catene obbligatorie anche in località dove nevica una volta ogni due anni, aumenti di accise sui carburanti, non se ne può più davvero :evil:


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Homer64 ha scritto:
L'Italia è una Repubblica fondata sull'automobile.
E' in atto un'offensiva di inasprimento fiscale senza precedenti a danno dei proprietari di automobile : bollo/superbollo e relativi aumenti, revisioni con multa "automatica" in caso di ritardo (anche se non si circola) nell'effettuarla, ztl e aree C varie a pagamento, gomme termiche e catene obbligatorie anche in località dove nevica una volta ogni due anni, aumenti di accise sui carburanti, non se ne può più davvero :evil:

Verissimo Homer sono pienamente d'accordo con te.
In Italia bene o male quasi tutti hanno un'automobile, quindi quando lo Stato ha bisogno di soldi cosa c'è di più sempliche che prenderli in qualche modo dai loro proprietari?


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MessaggioInviato: dom nov 09, 2014 11:42 pm 
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Astone ha scritto:
Homer64 ha scritto:
L'Italia è una Repubblica fondata sull'automobile.
E' in atto un'offensiva di inasprimento fiscale senza precedenti a danno dei proprietari di automobile : bollo/superbollo e relativi aumenti, revisioni con multa "automatica" in caso di ritardo (anche se non si circola) nell'effettuarla, ztl e aree C varie a pagamento, gomme termiche e catene obbligatorie anche in località dove nevica una volta ogni due anni, aumenti di accise sui carburanti, non se ne può più davvero :evil:

Verissimo Homer sono pienamente d'accordo con te.
In Italia bene o male quasi tutti hanno un'automobile, quindi quando lo Stato ha bisogno di soldi cosa c'è di più sempliche che prenderli in qualche modo dai loro proprietari?

Perché se sei proprietario di casa o peggio di più case cosa pensi che ti facciano?
Con le auto la cosa è pesante ma con le case sono macigni incomprensibili.
IMU, TASI, TARI a cui aggiungere balzelli regionali, provinciali (???) e comunali.


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MessaggioInviato: lun nov 10, 2014 12:15 am 
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Perché se sei proprietario di casa o peggio di più case cosa pensi che ti facciano?
Con le auto la cosa è pesante ma con le case sono macigni incomprensibili.
IMU, TASI, TARI a cui aggiungere balzelli regionali, provinciali (???) e comunali.[/quote]

Straquoto!
Per non parlare poi dei risparmi.... I prelievi fiscali sugli interessi sono aumentati. Il risparmiatore è visto come un criminale..... che roba...
Tutto vogliono tutto oramai. L'apparato pubblico ha un costo enorme e chi paga sono sempre gli stessi...


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MessaggioInviato: lun nov 10, 2014 9:47 am 
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Iscritto il: lun ott 26, 2009 10:23 pm
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Bricca ha scritto:
Astone ha scritto:
Homer64 ha scritto:
L'Italia è una Repubblica fondata sull'automobile.
E' in atto un'offensiva di inasprimento fiscale senza precedenti a danno dei proprietari di automobile : bollo/superbollo e relativi aumenti, revisioni con multa "automatica" in caso di ritardo (anche se non si circola) nell'effettuarla, ztl e aree C varie a pagamento, gomme termiche e catene obbligatorie anche in località dove nevica una volta ogni due anni, aumenti di accise sui carburanti, non se ne può più davvero :evil:

Verissimo Homer sono pienamente d'accordo con te.
In Italia bene o male quasi tutti hanno un'automobile, quindi quando lo Stato ha bisogno di soldi cosa c'è di più sempliche che prenderli in qualche modo dai loro proprietari?

Perché se sei proprietario di casa o peggio di più case cosa pensi che ti facciano?
Con le auto la cosa è pesante ma con le case sono macigni incomprensibili.
IMU, TASI, TARI a cui aggiungere balzelli regionali, provinciali (???) e comunali.

Certo Bricca anche sulle case è la stessa cosa, ma qui stavamo parlando di auto e per questo ho scritto così.


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MessaggioInviato: lun nov 10, 2014 4:19 pm 
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Homer, era solo per sottolineare il fatto che non solo le auto sono tartassate. Siamo tartassati e spremuti come limoni in ogni cosa che possediamo. Beni mobili e immobili. Quindi: case, automobili, televisioni, telefonini. Ogni anno si inventano come spremerci qualcosa in più.
Adesso pagheremo il canone RAI come tassa e la pagheranno tutti su base presuntiva, quindi a prescindere dal possedere una televisione. Probabilmente verrà riscossa assieme alle bollette elettriche.


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MessaggioInviato: lun nov 10, 2014 4:36 pm 
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Bricca ha scritto:
Homer, era solo per sottolineare il fatto che non solo le auto sono tartassate. Siamo tartassati e spremuti come limoni in ogni cosa che possediamo. Beni mobili e immobili. Quindi: case, automobili, televisioni, telefonini. Ogni anno si inventano come spremerci qualcosa in più.
Adesso pagheremo il canone RAI come tassa e la pagheranno tutti su base presuntiva, quindi a prescindere dal possedere una televisione. Probabilmente verrà riscossa assieme alle bollette elettriche.


Forse era destinata ad Astone !

Che siamo tartassati su ogni cosa è purtroppo una triste realtà, destinata a peggiorare sempre più, e credo nessuno la pensi diversamente.
Su questo forum si parla di automobile e quindi si commentano principalmente le notizie ed i fatti ad essa correlati... :wink:


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MessaggioInviato: mar nov 11, 2014 4:58 pm 
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Su RC di questo mese c'è un interessante servizio in tema.
Vi posto una foto di stralcio dell' articolo di cui consiglio l'intera lettura per avere comunque una visione più ampia. Però quanto in allegato la dice lunga....


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